20 anni di soccorso con elicottero, salvate più di 8 mila vite.
Il 118 friulano festeggia la ricorrenza con Elifriulia, operativa dal 1972. Carchietti: raddoppiato il numero degli interventi difficili, specie in montagna.
Oltre 20.300 missioni realizzate in Friuli dal 1992.
Ben 8.286 vite salvate grazie ai decolli dall’ospedale di Udine di quella che può essere a pieno titolo definita una “ambulanza volante”, con un crescente numero dei cosiddetti “interventi ostili” (ben 788), ovvero quelli realizzati in contesti difficili, dagli ambienti fluviali ai declivi montani, raddoppiati nell’arco dell’ultimo quinquennio. Tanto per capire il trend, basti dire che erano 55 nel 2006, lo scorso anno sono balzati a 109.
Per il 118, che si appresta a stilare un bilancio dell’attività svolta, è una ricorrenza importante: un ventennio di Elisoccorso, che proprio nel 1992 prese il via in Friuli. Per Elifriulia, società che si occupa del servizio e che da 40 anni è sul mercato, è un doppio compleanno.
Inizialmente la direzione al Santa Maria della Misericordia di Udine, autonoma rispetto alla centrale operativa del 118, è stata retta da Giuseppe Nardi (dal 1992 al 1996), poi è passata a Vanni Michelutto. Fino al 2001, quando è stata istituita la Struttura operativa complessa – Centrale operativa 118 ed Elisoccorso sotto la direzione di Elio Carchietti. Ed è proprio quest’ultimo, a 20 anni dall’avvio dell’Elisoccorso, a tirare le somme.
«L’evoluzione che abbiamo cercato di dare al servizio – spiega Carchietti – è andata di pari passo con quella della medicina d’emergenza a livello europeo. Cercando di dare una risposta alle esigenze regionali ed extraregionali abbiamo anche collaborato con la regione Veneto, curando la formazione di medici e infermieri specializzati nel soccorso in elicottero che prevede idoneità fisica e particolari attitudini da parte di medici e infermieri che si propongono e vengono selezionati per seguire un percorso di formazione preliminare e continua, assicurata da un paio di esercitazioni all’anno con personale qualificato per soccorso in situazioni difficili, dalla montagna al mare o lungo i fiumi e con incontri periodici».
Oggi l’elicottero si alza in volo in media tre volte al giorno, i medici formati che vi prestano servizio sono più di 15, altri 5 sono in lista di attesa. Il velivolo decolla se autorizzato dalla torre di controllo, una volta valutata la gravità del paziente e con determinati codici di emergenza, in condizioni di sicurezza di volo e di visibilità, al momento non presta servizio di notte anche se, assicura Carchietti, è un’opzione possibile in un prossimo futuro.
Ciascun medico opera sull’elicottero un paio di volte al mese. Per prestare questo tipo di servizio è richiesta una specializzazione in anestesia e rianimazione e un’esperienza nel reparto per almeno 5 anni.
Quanto agli infermieri, spiega Carchietti, i requisiti richiesti per lavorare in Elisoccorso comprendono almeno un decennio di esperienza di centrale operativa e un underground di area critica non inferiore a 3 anni.
Al momento l’Elisoccorso dispone di una ventina di infermieri di coordinamento, braccio operativo della centrale sul terreno, poi, a bordo c’è anche un infermiere in formazione, già esperto per la gestione delle emergenze dell’ospedale. Ve ne sono circa 75 formati che già fanno attività e vengono affiancati agli infermieri di coordinamento, oltre una decina, infine, sono in lista di attesa.
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